“Non esiste cattivo tempo, esiste solo cattivo equipaggiamento” (B.P.)
“VaffanXXXX” (M.Masini)

Archiviati gli impegni del carnevale Vichingo il nuovo evento della routine Canegatta ha iniziato a animare i nostri telefoni: la Mangialonga.
Come ogni anno Schiomu da Pietrosan si è prodigato per farci avere un posto di partenza all’evento enogastronomico più ignorante del maggio momò. Quest’anno ha potuto inoltre contare dell’aggancio di messer Beba, santo subito!
Le scorse settimane si sono contraddistinte per vibrazioni whatsappare degne di quando Sara manda le foto delle nostre esibizioni. Croce per i più, delizia per qualche gaudente canegatto che ha usato la cosa in modo da “non esagerare, se no diventi cieco”. Di fatto, la sera prima, non si era ancora decisa la tenuta ufficiale. Maglietta ciula, vichinga, k-way vintage, giacca verde? Chi c’è c’è, e chi non c’è venga biotto. Ovviamente i più fashion (NdS: Piff) vorrebbero una tenuta figacciona ma la realtà è stata ben diversa.

Ore 08.20 di domenica mattina la truppa di 43/43esimi è pronta a sfidare la furia di Odino. Con Muschio e Jack mi appropinquo a ritirare gli agoniati “set” e i cappellazzi di paglia. Schiomu ci investe con l’antico rito “che l’ignoranza sia con te”, Jack si prodiga nel misurare le taglie del…cappello, mentre la sottoscritta sfoggia una arrogante dose di inutilità sbirciando nella dotazione standard della giornata, che per la gioia della Lau comprendeva un paio di occhialazzi neri, tanto figosi quanto inutili.

Al richiamo del corno la truppa si avvia, constatando l’assenza per fortuna solo momentanea di “lupacchiotta svampita” e consorte, che ci raggiungono giusto in tempo per gustare il grappino corretto caffè della staffa. Sono le 08.40, il radar prometteva pioggia dalle 11 ma evidentemente le nuvole non lo sapevano: Lau può sfoggiare la fashion mantellina che ogni anno compare solo per la mangialonga, dato che ha la tasca appositamente predisposta alla gestione del bicchiere.

Rapido momento invidia per gli amici Enneciesse, che hanno avuto una tappa in più. Il gruppo avanza compatto e grintoso fino al Canavée dove quest’anno ci aspetta la versione vegetariana (per la gioia della Miriam) della piadina. Il primo bicchiere di vinello ci accoglie confortante e sono solo le 09.00. Muschio sta ormai acquisendo una discreta dimestichezza con il corno e ci richiama all’ordine: la via per la sosta 3 è lunga. Ci aspettavamo una allegra ospitata alle cantine Catenazzi, invece con nostro sommo stupore si va oltre. I formaggini con la mostarda sanno il fatto loro e il morale è alto. Piff sfoggia una tenuta “precampo vintage” del tutto impermeabile.
Dopo un saluto di rito a madamigella fragolina estiva (Ely, eri splendida!). Ripartiamo sotto la pioggia scrosciante. La sosta 4 alle cantine di corteglia ci lascia basiti, esterefatti, delusi! Eravamo abituati a gustare il raviolone all’aglio orsino, noto generatore di “fiatelle di cagna” che neanche il Pisellobus al ritorno dalla trasferta… MINESTRONE? No dai, scherziamo! L’allegro gruppo musicale che anima questo punto  affascina mr Guglielmoni RSI, che si appropinqua con il microfono dopo essere stato respinto da dei canegatti per nulla intenzionati a farsi intervistare, vista l’alcoolimia che saliva in modo esponenziale. Muschio spavaldo si attacca al corno, a pochi passi dal microfono incriminato. Segue censura e relativo cazziatone. Il prossimo carnevale saremo ignorati anche dalla radio (ogni riferimento alla relazione can&gat-commento del corteo di Chiasso è puramente casuale).

Con le pive nel sacco ci accingiamo a partire per il giro dei vigneti. Il balletto appare intirizzito ma non molla e conduce il gruppo. Kappa ci diletta in evoluzioni e recupero di legni/baobab/pezzi di arca lungo tutto il percorso.
Per chi ancora sperava di vedere il primo sole alla tappa 5, cosa avvenuta lo scorso anno, la realtà si mostra spietata e diversa. Nonostante questo i salumi e il vinello sono notevoli e vengono consumati al calduccio all’interno.

Ripartiamo passando vicino alla futura villa Albisetti, discorrendo di Montalbano e altre cose che una emarginata dalla tecnologia come la sottoscritta non capisce bene.
Il freddo e l’umidità si fanno pungenti, ma d’altronde “meglio un culo gelato, che un gelato nel XXXX” e il canegatto ci crede: non molla NIENTE!
Gioia e giubilo alla tappa 6: oltre alla calda toilette a disposizione, una mescita più che ben fornita chez Mr Trapletti, e soprattutto: gli agoniati ravioli all’aglio orsino! Quale disappunto però nel constatare che il bis è difficile da ottenere quanto chiedere di suonare “Sky” a inizio concerto o chiedere al Dakkar vichingo di arrivare a fine corteo a una velocità decente.

Dopo un breve momento di stand by incrociamo gli amici enneciesse. Siamo abbastanza orgogliosi, il gruppo sembra procedere a una velocità inaudita e al passo con chi è partito con noi.
Galoppiamo verso mezzana. Rutti e altre espressioni di bon ton vichingo si susseguono, io inizio a sospettare di avere qualche méches bionda a causa dell’altrui olezzo.
Meraviglia delle meraviglie il Bue che gira al grill. In lontananza intravvediamo il noto Guglielmoni intrattenersi con Beltralonga, sbucato all’improvviso, si sospetta in automobile. Nulla di questo è rilevante: il bue è REGALE, così come il panino con la salsa al pepe che lo accompagnano. Il sapore del vino inizia a essere confuso e la truppa inizia a lamentare fiacche, geloni, indolenzimenti vari.
Tappa breve ma intensa: eccoci al gin bisbino con gelato. New entry della mangialonga promossa alla grande! Si contenderà un posto sul prossimo bus di trasferta, a parimerito con l’ormai leggendario GOLDZIMT e con la tequila del coccodrillo del balletto + Deby.
Quatti quatti lemme lemme raggiungiamo la zona di Sant’Antonio, dove ci aspettano i pesciolini e tanti amici.

Omaggio doveroso a sua Maestà Beba, ma anche ai vari amici impegnati alla fritteuse Claudio, Luca, Devis e non so chi ho dimenticato. Il freddo pungente ci concede una tregua grazie al falò acceso, così ristorati partiamo. Un succo di frutta veloce (poi mi spiegherete cosa c’entrava), ed ecco una tappa ricca di altarini, informazioni e scambio sui luoghi usati per la camporella nel mendrisiotto. Ognuno ha i suoi, ecco perché non ci si incontra mai!

Alla Costa oltre alla polenta uncia c’è un simpatico fisarmonicista che ci coinvolge in canti popolari, con Silvio, signore dei carrelli e delle percussioni su bombola del gas. Scenetta incantevole farcita da qualche coro biancoblù per non farci mancare nulla.
La fine è vicina, si intravvede finalmente… LA BIRRA! No land, ti aspettavamo con ansia, specialmente la Sönia. Il riparo un po’ precario rende la sosta decisamente più rapida del previsto. Qualche canegatto appare più che provato. Il lancio del baobab a Kappa finisce in un giardino. Speriamo solo che non ci fosse il robottino automatico in servizio.
Il passo è ormai diventato leggera corsa: al Liceo l’ultima tappa con gelato, tisana e grappino. Il corno suona rapidissimo e viene ufficialmente decretato il ritrovo al mercato coperto.

I bagni del mercato coperto diventano in breve teatro di siparietti comici tra gente che si cambia, calzette fatte asciugare al volo e corpi in cerca di calore.

Qualcuno lascia la compagnia e presto la chat pullula di foto di vasche da bagno (nota di merito ai Vanini’s, foto non pubblicabile per presenza di minorenni ma DOLCISSIMA!).

La canegat ha completato la mangialonga, con i suoi 10 km e 300 metri di dislivello nel tempo record di 6,5 ore giungendo con quelli partiti solo un ora dopo di noi.

Orgogliosi di questo piccolo successo Schiomu e compagni si dilettano in danze, bibite, approcci con Aurelie da parte di un improbabile Giulio e molto altro.

Non so cosa sia narrabile, in quanto raggiunto il Valhalla e impegnata a combattere le temperature della giornata. So solo che alle 22.00 si era aggiunto anche Beppe e entrambe le Chat pullulavano di messaggi vocali inascoltabili e inenarrabili.

Lasciamo l’ardua sentenza sui fatti avvenuti in serata alla poca memoria di chi li ha vissuti e chiudiamo anche la mangialonga.

Canegattini, AMICI, COMPAGNI DI SVENTURA, PAZZI FURIOSI, BRILLANTI BEVITORI, ESILARANTI PAZZOIDI,… come disse una volta qualcuno “VI AMOOOOOOOO”

Pronti per salpare per nuove avventure, e che la furia di Odino stavolta ci risparmi!

Samy

PS: redattore capo, che fine hai fatto? dopo 4 giorni di arbitrario silenzio mi sono sentita in dovere di recensire, ma… le perle di sagex sono ormai affievolite nella mia memoria

 

“Non esiste cattivo tempo, esiste solo cattivo equipaggiamento” (B.P.)
“VaffanXXXX” (M.Masini)

Archiviati gli impegni del carnevale Vichingo il nuovo evento della routine Canegatta ha iniziato a animare i nostri telefoni: la Mangialonga.
Come ogni anno Schiomu da Pietrosan si è prodigato per farci avere un posto di partenza all’evento enogastronomico più ignorante del maggio momò. Quest’anno ha potuto inoltre contare dell’aggancio di messer Beba, santo subito!
Le scorse settimane si sono contraddistinte per vibrazioni whatsappare degne di quando Sara manda le foto delle nostre esibizioni. Croce per i più, delizia per qualche gaudente canegatto che ha usato la cosa in modo da “non esagerare, se no diventi cieco”. Di fatto, la sera prima, non si era ancora decisa la tenuta ufficiale. Maglietta ciula, vichinga, k-way vintage, giacca verde? Chi c’è c’è, e chi non c’è venga biotto. Ovviamente i più fashion (NdS: Piff) vorrebbero una tenuta figacciona ma la realtà è stata ben diversa.

Ore 08.20 di domenica mattina la truppa di 43/43esimi è pronta a sfidare la furia di Odino. Con Muschio e Jack mi appropinquo a ritirare gli agoniati “set” e i cappellazzi di paglia. Schiomu ci investe con l’antico rito “che l’ignoranza sia con te”, Jack si prodiga nel misurare le taglie del…cappello, mentre la sottoscritta sfoggia una arrogante dose di inutilità sbirciando nella dotazione standard della giornata, che per la gioia della Lau comprendeva un paio di occhialazzi neri, tanto figosi quanto inutili.

Al richiamo del corno la truppa si avvia, constatando l’assenza per fortuna solo momentanea di “lupacchiotta svampita” e consorte, che ci raggiungono giusto in tempo per gustare il grappino corretto caffè della staffa. Sono le 08.40, il radar prometteva pioggia dalle 11 ma evidentemente le nuvole non lo sapevano: Lau può sfoggiare la fashion mantellina che ogni anno compare solo per la mangialonga, dato che ha la tasca appositamente predisposta alla gestione del bicchiere.

Rapido momento invidia per gli amici Enneciesse, che hanno avuto una tappa in più. Il gruppo avanza compatto e grintoso fino al Canavée dove quest’anno ci aspetta la versione vegetariana (per la gioia della Miriam) della piadina. Il primo bicchiere di vinello ci accoglie confortante e sono solo le 09.00. Muschio sta ormai acquisendo una discreta dimestichezza con il corno e ci richiama all’ordine: la via per la sosta 3 è lunga. Ci aspettavamo una allegra ospitata alle cantine Catenazzi, invece con nostro sommo stupore si va oltre. I formaggini con la mostarda sanno il fatto loro e il morale è alto. Piff sfoggia una tenuta “precampo vintage” del tutto impermeabile.
Dopo un saluto di rito a madamigella fragolina estiva (Ely, eri splendida!). Ripartiamo sotto la pioggia scrosciante. La sosta 4 alle cantine di corteglia ci lascia basiti, esterefatti, delusi! Eravamo abituati a gustare il raviolone all’aglio orsino, noto generatore di “fiatelle di cagna” che neanche il Pisellobus al ritorno dalla trasferta… MINESTRONE? No dai, scherziamo! L’allegro gruppo musicale che anima questo punto  affascina mr Guglielmoni RSI, che si appropinqua con il microfono dopo essere stato respinto da dei canegatti per nulla intenzionati a farsi intervistare, vista l’alcoolimia che saliva in modo esponenziale. Muschio spavaldo si attacca al corno, a pochi passi dal microfono incriminato. Segue censura e relativo cazziatone. Il prossimo carnevale saremo ignorati anche dalla radio (ogni riferimento alla relazione can&gat-commento del corteo di Chiasso è puramente casuale).

Con le pive nel sacco ci accingiamo a partire per il giro dei vigneti. Il balletto appare intirizzito ma non molla e conduce il gruppo. Kappa ci diletta in evoluzioni e recupero di legni/baobab/pezzi di arca lungo tutto il percorso.
Per chi ancora sperava di vedere il primo sole alla tappa 5, cosa avvenuta lo scorso anno, la realtà si mostra spietata e diversa. Nonostante questo i salumi e il vinello sono notevoli e vengono consumati al calduccio all’interno.

Ripartiamo passando vicino alla futura villa Albisetti, discorrendo di Montalbano e altre cose che una emarginata dalla tecnologia come la sottoscritta non capisce bene.
Il freddo e l’umidità si fanno pungenti, ma d’altronde “meglio un culo gelato, che un gelato nel XXXX” e il canegatto ci crede: non molla NIENTE!
Gioia e giubilo alla tappa 6: oltre alla calda toilette a disposizione, una mescita più che ben fornita chez Mr Trapletti, e soprattutto: gli agoniati ravioli all’aglio orsino! Quale disappunto però nel constatare che il bis è difficile da ottenere quanto chiedere di suonare “Sky” a inizio concerto o chiedere al Dakkar vichingo di arrivare a fine corteo a una velocità decente.

Dopo un breve momento di stand by incrociamo gli amici enneciesse. Siamo abbastanza orgogliosi, il gruppo sembra procedere a una velocità inaudita e al passo con chi è partito con noi.
Galoppiamo verso mezzana. Rutti e altre espressioni di bon ton vichingo si susseguono, io inizio a sospettare di avere qualche méches bionda a causa dell’altrui olezzo.
Meraviglia delle meraviglie il Bue che gira al grill. In lontananza intravvediamo il noto Guglielmoni intrattenersi con Beltralonga, sbucato all’improvviso, si sospetta in automobile. Nulla di questo è rilevante: il bue è REGALE, così come il panino con la salsa al pepe che lo accompagnano. Il sapore del vino inizia a essere confuso e la truppa inizia a lamentare fiacche, geloni, indolenzimenti vari.
Tappa breve ma intensa: eccoci al gin bisbino con gelato. New entry della mangialonga promossa alla grande! Si contenderà un posto sul prossimo bus di trasferta, a parimerito con l’ormai leggendario GOLDZIMT e con la tequila del coccodrillo del balletto + Deby.
Quatti quatti lemme lemme raggiungiamo la zona di Sant’Antonio, dove ci aspettano i pesciolini e tanti amici.

Omaggio doveroso a sua Maestà Beba, ma anche ai vari amici impegnati alla fritteuse Claudio, Luca, Devis e non so chi ho dimenticato. Il freddo pungente ci concede una tregua grazie al falò acceso, così ristorati partiamo. Un succo di frutta veloce (poi mi spiegherete cosa c’entrava), ed ecco una tappa ricca di altarini, informazioni e scambio sui luoghi usati per la camporella nel mendrisiotto. Ognuno ha i suoi, ecco perché non ci si incontra mai!

Alla Costa oltre alla polenta uncia c’è un simpatico fisarmonicista che ci coinvolge in canti popolari, con Silvio, signore dei carrelli e delle percussioni su bombola del gas. Scenetta incantevole farcita da qualche coro biancoblù per non farci mancare nulla.
La fine è vicina, si intravvede finalmente… LA BIRRA! No land, ti aspettavamo con ansia, specialmente la Sönia. Il riparo un po’ precario rende la sosta decisamente più rapida del previsto. Qualche canegatto appare più che provato. Il lancio del baobab a Kappa finisce in un giardino. Speriamo solo che non ci fosse il robottino automatico in servizio.
Il passo è ormai diventato leggera corsa: al Liceo l’ultima tappa con gelato, tisana e grappino. Il corno suona rapidissimo e viene ufficialmente decretato il ritrovo al mercato coperto.

I bagni del mercato coperto diventano in breve teatro di siparietti comici tra gente che si cambia, calzette fatte asciugare al volo e corpi in cerca di calore.

Qualcuno lascia la compagnia e presto la chat pullula di foto di vasche da bagno (nota di merito ai Vanini’s, foto non pubblicabile per presenza di minorenni ma DOLCISSIMA!).

La canegat ha completato la mangialonga, con i suoi 10 km e 300 metri di dislivello nel tempo record di 6,5 ore giungendo con quelli partiti solo un ora dopo di noi.

Orgogliosi di questo piccolo successo Schiomu e compagni si dilettano in danze, bibite, approcci con Aurelie da parte di un improbabile Giulio e molto altro.

Non so cosa sia narrabile, in quanto raggiunto il Valhalla e impegnata a combattere le temperature della giornata. So solo che alle 22.00 si era aggiunto anche Beppe e entrambe le Chat pullulavano di messaggi vocali inascoltabili e inenarrabili.

Lasciamo l’ardua sentenza sui fatti avvenuti in serata alla poca memoria di chi li ha vissuti e chiudiamo anche la mangialonga.

Canegattini, AMICI, COMPAGNI DI SVENTURA, PAZZI FURIOSI, BRILLANTI BEVITORI, ESILARANTI PAZZOIDI,… come disse una volta qualcuno “VI AMOOOOOOOO”

Pronti per salpare per nuove avventure, e che la furia di Odino stavolta ci risparmi!

Samy

PS: redattore capo, che fine hai fatto? dopo 4 giorni di arbitrario silenzio mi sono sentita in dovere di recensire, ma… le perle di sagex sono ormai affievolite nella mia memoria